Chi siamo

Casa religiosa di ospitalità

Villa Mercede è una casa religiosa di ospitalità dei Padri Mercedari, un ordine religioso fondato nel 1218.

E' situata nel cuore di Orvieto, a soli 50 mt. dal Duomo, immersa nel verde, in un ambiente favorevole alla serenità e al riposo.

Tutte le camere, di recente ristrutturazione, sono dotate di servizi privati, arredate con semplicità ma comode e spaziose.

La struttura - Palazzo Buzi

Palazzo Buzi, oggi Villa Mercede, sorge nelle vicinanze del complesso di San Bernardino. Eretto intorno al 1580 in stile tardo manierista – e ispirato alle concezioni del Sangallo e del Sanmicheli – l’edificio è una delle opere migliori del grande architetto e scultore orvietano Ippolito Scalza (ca. 1532-1617), di cui testimonia l’evoluzione artistica.
L’interno è riccamente decorato con affreschi di Cesare Nebbia, di G. Battista Lombardelli e di altri. Fra il Sette e l’Ottocento l’edificio subì varie manomissioni e modifiche: il bel portale fu destinato a Palazzo Gualterio e su alcune decorazioni interne furono realizzate sovrapposizioni, peraltro pregevoli. Tra queste, spiccano i dipinti attribuiti a Mariano Piervittori.

I Padri Mercedari

L'Ordine della Mercede è una famiglia religiosa fondata da un mercante spagnolo, San Pietro Nolasco, per la redenzione degli schiavi, catturati dai musulmani, che si trovavano in pericolo di perdere la fede cristiana. Il nome "Mercede" viene dallo spagnolo, e significa "misericordia". 

Il nome è radicato nella tradizione dei Mercedari che hanno sempre creduto che il mercante Pietro Nolasco abbia fondato l'Ordine su ispirazione della Madonna, che si è presentata a lui come "Madonna della Mercede", cioè della misericordia, che mossa a compassione per la situazione degli schiavi cristiani che erano in pericolo di perdere la fede nel suo figlio Gesù gli ha chiesto di andare a liberarli. 

In obbedienza a questa ispirazione Pietro Nolasco fonda l'Ordine della Mercede il 10 agosto del 1218.

Lungo i secoli l'Ordine della Mercede ha sempre rivolto il proprio sguardo alle diverse forme di schiavitù, cercando di andare incontro a coloro che si trovavano privati della possibilità di vivere dignitosamente e liberamente la propria fede, e non vedevano riconosciuta la propria dignità umana.